Caro mondo che fai finta di ascoltare la musica, beandoti di tanto suono che in realtà nulla ti dice e nulla ti smuove.

         Caro mondo che fai finta di ascoltare la musica, per poi pontificarvi sopra elargendo grandi cagate che evidentemente non evacui a sufficienza nei luoghi deputati.

         Caro mondo che fai finta di ascoltare la musica, ma che nulla vuoi veramente conoscere di questo mondo di vibrazioni universali.

         Ebbene caro mondo, non mi rivolgo a te ! anche se sarei tentato di affacciarmi al proselitismo per convincerti dei miei pensieri. Mi rivolgo a me stesso, innanzi tutto, e poi ai miei grandi amici ed al mio grande Amore che sempre nella mia sonora follia mi sono e mi saranno vicino.

         Il pensiero parte dalle domande che a scadenza fissa mi vengono più o meno rivolte da tutti quelli che mi incontrano, mi conoscono, mi amano:

         Che musica fai? Hai fatto dei cd e sono pubblicati? Perchè non pubblichi i tuoi cd ? Perchè ti nascondi ? Fatti notare ! Sei timido o riservato? Mi fai ascoltare qualche cosa di tuo?Mi dai un tuo cd ? etc ps. Provate ad immaginarvi tutte queste domande rivolte a voi con il tono petulante di una zia zitella, bene: quando le ponete voi state attenti al tono è un consiglio amichevole.

– io rispondo che effettivamente l’anima della troia non è dentro di me (anche se non mi dispiacerebbe) e se devo spogliarmi pubblicamente vorrei farlo con dignità e non tanto per farlo. Anche perchè al di fuori di un po’ di ciccia, pelo ed un normalissimo pene non si vedrebbe. Bisogna innamorarsi per poter vedere cose apparentemente normali e rimanerne incantati come un bimbo.-

         A questo punto godutomi lo sconcerto sul viso delle persone che hanno ascoltato il mio vaneggiamento, con l’aria compiaciuta me ne vado.

         Ebbene in questo momento ho deciso di fermarmi e non andare avanti a passeggiare con l’aria assorta da intellettuale che mi ritrovo dopo i miei soliloqui.

         Ho deciso che mi fermo a parlare con voi amici di sempre, mi sforzo di parlare di musica senza musica, di far vibrare le corde dei vostri cuori, di far vibrare la vostra pancia senza nemmeno un mio suono una mia vibrazione. Vi dovrete accontentare delle sonorità e delle vibrazioni che saprà emettere la vostra bocca o il vostro cervello (se leggete senza un fil di voce).

         Cominciamo con ordine, se possibile:

Che musica fai? O bella, LA MIA !!!!!!!

Che scoperta ! ma oggi sono tutti imbracati nella tela dei generi inventati dalle multinazionali.

         Vi immaginate veramente un pastore sardo, un pigmeo o un indiano d’ america alzarsi un mattino e fare musica etnica ? vi immaginate Vivaldi, Beethoven, Listz,  Chopin etc. dire io scrivo musica classica ? I grandi jazzisti alle domande cosi idiote rispondevano: io faccio musica! oppure alla domanda cosa è il jazz suonavano un brano di Bach,di Puccini o di Mozart il quale, non ultimo ma forse il primo a prendersi una sonora pedata nel di dietro perché dichiarò la piena paternità della sua musica e guai a chi avesse provato a porvi sopra le proprie mani.

         Già, ma che importanza ha oggi un simile pensiero quando non vale chi scrive musica ma chi la produce il quale viene additato come grande innovatore o nuovo genio.

         Qualche d’uno si è fermato anche solo per un secondo a ragionare? No evidentemente!

         E’ talmente ovvio che ogni epoca, ogni periodo passato o futuro, ha avuto ed avrà il suo “genere” musicale. Solamente che la parola “genere” è un invenzione molto recente nata dalla genialità  e dalla esigenza di segmentare il “mercato” per garantire la riproduzione e la vendita del supporto audio e la sopravvivenza dei diritti d’autore. Adorno provò ad avvisarci! Già, ma perché perdere tempo a leggere, oltre tutto dovrebbe essere anche un filosofo di sinistra, magari comunista o mio dio! Non divaghiamo Luca!

         Bè comunque se facevate due + due ci sareste arrivati da soli e non avreste avuto bisogno che mi cimentassi a spiegarvelo.

         Ovviamente “ho fatto” dei CD ma non siamo quasi mai andati d'accordo sulla loro pubblicazione (tranne alcuni casi le cui conseguenze sono state risolte a fatica). Percheeee? Te lo chiedono sempre pronunciando con la - eee -larga e strascicata, anche i "terroni". è roba così inascoltabile?

No!

         Molto più semplice: è la MIA MUSICA quindi non ha un genere, dunque in quale veste pubblicarla per poter vendere il cd? io desidero che le persone ascoltino non comprino. Si!! come avrete capito vi sono intenti profondamente antitetici tra me ed una casa dicografica. Non vi racconto quando ho inviato le mie partiture….. (altro capitolo)

vi ricorda un po’ la storia sopra citata ? ve la rammento : troppe note caro Mozart troppe note…. Ne più e ne meno di quelle che servono Sua maestà. E cosi (più o meno) nacque la figura del musicista come noi oggi la conosciamo.

         Ti nascondi,  non ti fai notare sei timido riservato……. Cazzate!!!

         Provate voi a dare un cd con un brano di musica della durata media di otto minuti ad una persona dicendo: ascolta e fammi sapere. In primis la persona mediamente trova il tempo per ascoltare la musica solo in macchina, che tristezza! giudizio a parte, il dramma è che ad esempio il lavoro su una sfumatura sonora (che magari mi ha richiesto un anno per realizzarla) si perde nel frastuono e nell’ ansia da traffico, o nella migliore delle ipotesi in un impianto di diffusione trovato nella confezione della coca-cola.

         Naturalmente speri che non sia cosi, ti fidi della cultura musicale degli amici e dei conoscenti, dunque riponi fiducia ed attendi che la persona che ha ricevuto il tuo cd ascolti. Cosa scopri? che sicuramente prima di una settimana non ha trovato il tempo. Ci vuole concentrazione ed altre balle del genere. Non ha ovviamente un impianto stereo adeguato, al massimo se è proprio fighissimo ha un I Pod: un volgare lettore mp3 carrozzato da Ferrari.

Ps: se non lo sapete mp3 è un formato di compressione dei file audio, una vera schifezza come qualità. Informatevi, non è questa la sede per dare lezioni di acustica a chi che sia.

         Non sarebbe meglio dirsi la verità? Con tutte le cose interessanti che offre la televisione, il pub sotto casa, la palestra, i centri commerciali e non ultima la radio (quella si che trasmette bella musica), non si ha tempo ne voglia di ascoltare un cd chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalle vibrazioni sonore.

Non ultimo vi è un problema di giudizio: dopo una simile richiesta come faccio a dirgli che il suo cd in realtà magari mi fa schifo?

Vigliacchi!!!

         Proviamo ora ad affrontare il problema da un angolatura più seria e meno capziosa:

la nostra società ha imparato dalla scienza che il mezzo più immediato per ottenere un risposta emotiva dalla persona è utilizzare un immagine che ne colpisca l’emotività in quel infinitesimale lasso di tempo in cui la persona stessa percepisce l’informazione visiva senza razionalizzarla.

         In questo modo possiamo accelerare fino all’inverosimile, cioè fino alla saturazione (limite personale e non standardizzabile), la quantità di pulsioni emotive che vogliamo, nel bene o nel male, suscitare nel fruitore.

         Questa constatazione è alla base della rinascita delle arti visive e dell’amore che riponiamo tutti noi, me compreso, nella visione delle immagini siano esse veicolate tramite tubo catodico, carta stampata, tela pittorica o altro mezzo visivo.

         L’immagine si comprende nell’attimo prima della coscienza della medesima, questo ci infonde una grande fiducia. Quando noi razionalizziamo l’immagine troviamo conferma della nostra prima intuizione emotiva ed il tutto in un lasso di tempo brevissimo.  

         Provate ad ottenere la medesima sensazione con la musica, con il suono,

impossibile! Ci vuole tempoooo, il quale per altro è alla base della musica stessa. Nulla in musica può essere percepito nell’immediato, bisogna avere la disponibilità a farsi accompagnare dalle onde sonore, dal fluire magmatico delle note dei suoni delle vibrazioni verso un mondo che conosceremo nella sua interezza solamente alla fine dell’ascolto.

         Naturalmente basta realizzare un frammento brevissimo di musica ripetitiva, come le nostre canzoni odierne, ripeterlo alla radio o televisione all’ennesima potenza ed otteniamo un effetto simile all’appagamento che ci fornisce l’immagine, con un però ed un ma grandi come una casa:

il suono e l’immagine non hanno le stesse proprietà fisiche quindi ridurre il suono ad immagine vuol dire farlo degenerare, allontanarlo dalla sua stessa sostanza.

         Sostanza che comunque rimane quella grande differenza che ci permette di distinguere le varie forme di comunicazione al di là della nostra decisione e di chiamarle con nomi diversi quali: musica, pittura installazione visiva o sonora etc.        Insomma la sostanza, la ciccia, è quello che conta non il suo nome la sua apparenza:

non basta chiamarsi maiali per esserlo veramente, e nemmeno credere di essere tali è sufficiente per diventarlo. Io ne so qualche cosa.

         Quindi, se non si fosse ancora capito, la musica deve come sempre è stato avere un suo percorso di percezione differente dalle altri arti. Non è un affermazione mia, è intrinsecamente contenuta e connaturata alla materia stessa: Il suono.

         Siamo entrati senza volerlo nel problema del rapporto tra suono e  immagine.

Uso scientemente la parola immagine e la parola suono per non ingenerare confusione:

         immagine come espressione grafica,pittorica, etc. semplice o complessa, generata a prescindere dal mezzo con la quale viene realizzata al fine di comunicare un emozione tramite la sua percezione visiva.

         Potevo usare la parola  segno,  ma il suono è un segno anche se tracciato nello spazio uditivo e non visivo. Dunque suono-segno generano confusione ma anche musica-segno avrebbero generato confusione:

         Con musica oggi intendiamo categorie diverse, elementi gia composti, quindi complessi. Se proviamo ad esempio a parlare di musica non complessa o semplice rientriamo in una categoria estetica quindi ci allontaniamo dal concetto originale di musica come linguaggio universale.

         Ecco perché le parole suono-immagine sono forse in questo momento storico le più appropriate per potersi avventurare in un discorso sul rapporto tra le due arti.

         Oggi io, come artista posso imporre un immagine anche contro la volontà del destinatario:

appendo una tela davanti al duomo di Milano, oppure appongo un maxi schermo davanti al medesimo dove trasmetto quello che mi pare. Esuliamo dal giudizio sul contenuto di una simile operazione mediatica arriviamo alla sostanza:

chiunque passerà davanti, anche solo per una frazione di secondo, riceverà un immagine completa e strutturata da quelle installazioni.

Direte: che cavolo stai dicendo Luca?

         Bene, se ne sapete di più provate a fare lo stesso con della musica. Quando mai le perone avranno “x” minuti per rimanere in attesa del suono finito? ne avranno voglia? possono scegliere! Già, il tempo è scelta.

Adesso direte: ecco la solita dimostrazione empirica di una teoria, che cazzata l’empirismo, vero!!!

         Infatti, il mio esperimento non vuol essere un dimostrazione empirica, ma un invito a ragionare sulle proprietà della materia stessa, sulle qualità intrinseche a “priori” del suono e dell’immagine.

         Sono le qualità a “priori” che permettono di differenziare queste due arti di renderle cosi amiche, cosi amanti da non poter fare a meno, molte volte, l’una dell’altra. Le stesse qualità a “priori” non permettono le stesse modalità di approccio di conoscenza, di fruizione, di percezione, etc.

Dunque, perché illudersi che le persone che ti rivolgono quelle petulanti, trite e ritrite domande ascoltino veramente il suono? Le domande vengono fatte solo per accondiscendenza, educazione. Se gli dai il cd da sentire nel 99% dei casi avranno mille contrattempi prima di poterlo ascoltare. Già, ma voi non mi credete anche se in fondo, senza rendervene conto, l’avete fatto con me e peggio ancora con tutti i suoni che vi circondano. Siete un po’ stronzi anche se fate finta di niente.

        

 

Assumetevi la responsabilità della morte del suono

o voi

mondo che fate finta di ascoltare la musica, beandosi di tanto suono che in realtà nulla dice e nulla smuove.

o voi

mondo che fate finta di ascoltare la musica, per poi pontificarvi sopra elargendo grandi cagate che evidentemente non evacuate a sufficienza nei luoghi deputati.

o voi

mondo che fate finta di ascoltare la musica, ma che nulla volete veramente conoscere di questo universo di vibrazioni.


        Ebbene, la filippica del mio vaniloquio si sta esaurendo, ma un ultima cosa gradirei che vi appuntaste:

Quanto tempo avete utilizzato per leggere e comprendere (sempre che ve ne sia la possibilità) tutto ciò ?

         Se avete trovato il tempo di leggere, avendo quindi applicato per l’ennesima volta una modalità visiva, queste mie allucinazioni. Siete ora pregati di trovare il medesimo spazio per ascoltare il mio suono o il suono di qualcun altro. 

   

Perchè il suono non muoia inesorabilmente sepolto da un montagna d’i immagini vomitevoli.

Non è poi tanto difficile, basta un po’ di sforzo.......

 

A sentirci  presto, vostro

firma

© 2005 luca fabbri


 

 

 

 

 




   
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UNA NOTTE DOLCI NUVOLE ABBRACCIANO LA LUNA

COME LE MIE MANI SFIORANO I TUOI SPLENDENTI OCCHI

UN GIORNO IL MIO SUONO AVVOLGERA' LA TUA ANIMA


 
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